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Illuminazione di un luogo e benessere psicofisico: il progetto illuminotecnico

Da sempre la luce ha offerto all’uomo tutte le risorse necessarie per rendere gli ambienti godibili e accoglienti. Sotto questo aspetto la ricerca dell’illuminazione perfetta rappresenta un buon punto di partenza per riorganizzare i propri spazi: siano essi casalinghi, urbani, ospedalieri o commerciali. Nello specifico è l’illuminotecnica – che si occupa della relazione tra luce, spazi e oggetti – a fornire le competenze necessarie per trarre beneficio dall’ambiente che si abita. I legami tra questa disciplina tecnico-scientifica e l’arredamento sono dunque molto evidenti. Tuttavia il discorso non si esaurisce qui. Senza dubbio anche per l’allestimento di una città è indispensabile assortire adeguatamente i giusti flussi luminosi (si pensi ad esempio alle eccentriche insegne pubblicitarie che vengono esibite in alcune metropoli). A prova di quanto detto, Marco Petrucci – appassionato studioso di illuminotecnica – sostiene che nell’allestimento degli spazi non può esistere “una buona illuminazione che sia salutare per il nostro benessere, se non teniamo conto del dialogo tra luce e ombra”.

La disciplina dell’illuminotecnica ha infatti una propria psicologia e considera lo spazio come se fosse creato dalla luce in quanto da essa svelato e reso visibile. D’altro canto però l’ombra simboleggia il lato più oscuro della lux, così, l’equilibrio di entrambe le componenti induce quel comfort visivo e benessere necessario per svolgere qualunque tipo di attività. Intorno a questo assunto si sviluppa la riflessione del lighting designer Marco Petrucci, una delle voci più autorevoli nel panorama illuminotecnico italiano. Ogni suo lavoro come consulente illuminotecnico è frutto di una minuziosa ricerca della forma partendo proprio dalla cura del fascio di luce. Tali giochi cromatici sono funzionali a scolpire la materia definendone l’essenza. Si prendano ad esempio i giochi di luci ed ombre riprodotti nella “Pagoda fluttuante” (il monastero Chi Lin Nunnery di Hong Kong) frutto di un lungo studio che ha dato vita ad un suggestivo intarsio di luci e ombre che impressionano l’occhio. La statuaria pagoda si staglia dal terreno e si eleva verso l’alto, ricalcando così la celebre filosofia buddista dell’animo come elevazione dai beni tangibili del mondo. E così la luce diviene portatrice di significati nuovi e ideologici nel suo tentativo di svelare gli spazi riempendoli di colori inattesi. Petrucci precisa: “Il progetto illuminotecnico dà vita ad una pagoda fluttuante, che si separa dal terreno e si eleva verso l’alto, come la conoscenza che nutre l’anima e eleva lo spirito creando un distacco dai beni materiali“. Inoltre aggiunge: “La luce è un servizio – nelle città consente alle persone di spostarsi, con comfort visivo e sicurezza, nei luoghi e lungo i percorsi – aiuta a riconoscere siti e destinazioni- mostra le forme architettoniche catturando l’interesse e trasmettendo emozioni“. Il lighting designer, attivo soprattutto nel territorio di Milano, insegna che la luce artificiale, esattamente come quella solare, può essere un mezzo potentissimo se sfruttato appieno in tutte le sue potenzialità, capace di evidenziare i volumi e corredarli di una quarta dimensione. Così facendo, essa riesce a dilatare i nostri livelli di percezione della materia fino ad inglobare nuove importanti consapevolezze.

Dunque sembra utile evidenziare quanto la luce, nella progettazione architettonica degli spazi anche esterni, eserciti importanti effetti non solo sugli ambienti ma anche sullo status emotivo dell’individuo che li abita. Pertanto il giusto assortimento delle sorgenti luminose non è solo funzionale a garantire le normali attività quotidiane ma è anche portatore di benessere e energia. Avete presente quando entriamo in un locale e ci sentiamo immediatamente rilassati e a nostro agio? Ecco, merito anche della luce, la quale contribuisce a catturare l’attenzione, a stimolare benessere nell’individuo calmando e distendendo la psiche. Vi siete mai chiesti perchè gli studi ambulatoriali, come quelli dentistici o pediatrici, abbiano sempre un’adeguata illuminazione, fatta di luci soffuse avvolgenti e pareti dalla tonalità pastello? Basta quindi seguire alcuni piccoli accorgimenti per trasformare un ambiente temibile in uno spazio accogliente e rilassante. In che modo? Garantendo un adeguato assortimento delle sorgenti luminose, perchè la luce veicola emozioni. Rassicura e accoglie.
Si può infatti affermare che l’occhio umano cattura i diversi input visivi comportandosi come farebbe una calamita, risucchiando e rielaborando gli stimoli circostanti per poi trasformarli in emozioni. Emozione: è questa la parola chiave. La luce serve a regalare emozioni, calmare la mente, predisporre a un atteggiamento di apertura e tranquillità. A tal proposito, il consulente illuminotecnico si occupa anche di questo, ovvero studia il modo in cui reagiscono gli stimoli fotonici sulle diverse superfici: sperimentando e innovando. Egli si muove sul piano dell’innovazione. Un professionista dell’illuminazione infatti, osservando la propagazione delle particelle fotoniche sulle diverse superfici, plasma gli ambienti – oserei dire che li “crea” – in maniera funzionale all’uso che se ne vuole fare. E così, una buona progettazione illuminotecnica consente non solo di valorizzare nella giusta maniera gli spazi architettonici ma anche di creare delle buone atmosfere, rilassare la mente, distendere l’animo.
Un aspetto decisivo da considerare quando si sta creando un’atmosfera è la resa cromatica delle luci. A tal proposito, il consulente illuminotecnico valuterà preventivamente se l’ambiente ha bisogno di luci calde, fredde, o piuttosto di tonalità neutre. Grazie all’assortimento delle sorgenti luminose è possibile ricreare le giuste atmosfere sfruttando anche le infinite potenzialità della luce artificiale. Infatti quest’ultima, esattamente come quella naturale, se utilizzata al meglio permette di riprodurre situazioni amene e rilassanti.
E così, d’ora in poi, quando entrate in una stanza, ricordatevi di soffermarvi sulle atmosfere, chiudete gli occhi, ma soprattutto, siate sinceri: quale impatto sta avendo la luce sulle vostre emozioni?

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