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Emergenza Covid 19: i settori che non hanno risentito della crisi

L’economia italiana (e non solo) sta attraversando un periodo nero, uno dei peggiori della storia! Si tratta di una delle conseguenze dell’Emergenza Covid 19, la pandemia mondiale contro cui ci ritroviamo ancora a combattere, senza ancora vedere la luce in fondo al tunnel.
Molti settori hanno visto una contrazione paurosa, soprattutto nel primo semestre del 2020, a causa del lockdown totale che è stato necessario adottare per limitare la diffusione di questo maledetto virus.
Non tutti
i settori hanno risentito della crisi,anzi… addirittura alcuni settori hanno visto un incremento che va completamente in controtendenza con il calo del Pil del 2020.

Settori che piangono e settori che ridono

Quando il 9 Marzo 2020 il governo impose il lockdown totale, gli Italiani si chiusero in casa ma non per questo smisero di consumare. Anzi, al contrario, i consumi di alcuni prodotti sono aumentati a dismisura.

I primi a beneficiare di questo periodo di reclusione sono stati i negozi di alimentari dove le vendite nel periodo di lockdown totale sono aumentate del 20%. I motivi principali che spiegano questo picco sono due: innanzitutto la voglia di uscire, visto che le restrizioni non escludevano
la spesa alimentare e in secondo luogo la noia delle chiusure in casa che
ha portato tutti quanti a cucinare piatti più elaborati e a mangiare di più. In particolare, l’aumento delle vendite ha riguardato determinati prodotti come le farine, i sughi, il caffè, la pasta, il burro, lo zucchero e poi anche il comfort food (patatine, pop corn, creme spalmabili e merendine varie) e i vini.

Naturalmente, nella lista delle aziende che hanno vissuto un boom di incassi rientrano tutte quelle che si occupano di igiene, prevenzione e salute. Infatti, nel solo Marzo 2020 ma anche oggi, la vendita di guanti, mascherine, detergenti, saponi, candeggina, alcol e salviettine ha avuto un aumento con percentuali da capogiro.

Un altro dei settori che non sta vivendo la crisi è quello degli attrezzi sportivi: con la chiusura delle palestre e dei centri sportivi, è cresciuta la richiesta di attrezzature per l’home fitness. Basti pensare che sul sito di decathlon, tuttora, è quasi impossibile
accaparrarsi un set di pesi piuttosto che un tappetino.

Diverso invece è il discorso per alcuni settori che hanno vissuto un vero e proprio calo: parliamo per esempio dell’abbigliamento, che ha visto una contrazione notevole (d’altronde, per stare rinchiusi in casa, pigiami e tute erano più che sufficienti!), piuttosto che il settore wedding che è proprio ai minimi storici in quanto, ancora oggi, non è possibile organizzare cerimonie con “N” invitati.

Dati giu anche per il settore della ristorazione: sebbene molti, tra ristoranti e affini,
si siano attrezzati con il servizio di asporto e/o consegna a domicilio, i dati sono scoraggianti. Come sono scoraggianti anche i dati relativi al
turismo che ha avuto un rallentamento importante in tutta Italia e in particolare nelle città d’arte, in quanto le zone di mare hanno potuto recuperare terreno durante l’estate 2020, al contrario delle strutture situate in contesti differenti, legate – magari – al flusso di lavoratori
o di scolaresche in gita.

Il ruolo dell’e-commerce sul mercato, ai tempi della pandemia

Stante quanto detto sopra, si può dedurre come le abitudini dei
consumatori siano cambiate profondamente. Ma non è un evento sporadico, la pandemia ha solo accelerato un processo di digitalizzazione di alcuni processi di acquisto, che in altre zone d’Europa e del mondo non è affatto una novità. Proprio per questo, le aziende più lungimiranti e più proattive hanno intrapreso una corsa al lancio dell’e-commerce e, sebbene il loro obiettivo fosse legato semplicemente al fatturato, hanno comunque scatenato una serie di conseguenze positive.
Difatti, alcuni settori correlati hanno visto un aumento della richiesta, riuscendo in questo modo a trainare verso l’alto l’economia del
paese: innanzitutto le aziende che si occupano di tecnologia (web agency)
per la creazione della piattaforma ma non solo. Dietro al lancio di un e-commerce, lavora chi si occupa del servizio clienti, chi della pubblicità digitale, chi produce il packaging e i corrieri. Tutte professioni nuove che hanno richiesto assunzioni o collaborazioni in questo settore.

La domanda di prodotti e servizi online è esplosa, trascinando diversi settori nel mondo del commercio digitale, compresi quei settori che non sono stati costretti alla chiusura: è il caso, per esempio,
del settore farmaceutico. Sono molte, infatti, le farmacie e parafarmacie
che si sono lanciate con un nuovo e-commerce, per ampliare il proprio bacino d’utenza. Come per esempio farmaspeziale.it , una parafarmacia situata in un paesino sperduto nelle lande del Salento che ha visto nell’e-commerce lo strumento adatto a vendere in tutta Italia, abbattendo così i limiti territoriali. Si è trattato di un investimento lungimirante e oculato visto i tempi che corrono e visto che la pandemia non da cenno di risolversi in tempi brevi.

Ma, ad onor del vero, l’e-commerce non è l’unico format che ha visto un balzo in avanti: c’è stato un incremento per tutto il settore della tecnologia con una crescita sia delle piattaforme già presenti (streaming, videochiamate, formazione a distanza) sia la nascita di piattaforme ad hoc, personalizzate in base alle necessità di un
determinato ente o azienda.

Ad oggi, a pandemia ancora in corso, sarebbe da sciocchi non approfittare di questi strumenti per poter salvare l’anno e il fatturato. D’altronde non tutti i settori possono farlo: per esempio, per il settore wedding
o per il settore spettacoli, finchè non sarà sconfitto questo virus, non ci sono strumenti che tengano e, sicuramente, se ne avessero la possibilità prenderebbero al volo l’occasione di sfruttare il
momento.

 

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