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Una nuova filiera alimentare ecologica, rispettosa e lungimirante

La popolazione cresce e si fa più viziata. Le sue abitudini alimentari cambiano concorrentemente all’evolversi della società, che predilige sempre maggiormente, prodotti a basso costo ma dal forte impatto nel corso della loro produzione. Impatto dannoso sotto molteplici punti di vista: da quello ambientale a quello sociale, da quello sanitario a quello antropologico.

Che cos’è il sistema alimentare?

Si intende tutto ciò che riguarda la produzione e la commercializzazione di tutti i beni alimentari di qualsiasi natura e qualsiasi finalità. Dalle fasi iniziali che riguardano l’agricoltura o l’allevamento, fino al loro trasporto per la commercializzazione e alla vendita. Ma allargando ulteriormente il bacino semantico, vi si possono includere anche tutto quelle attività non strettamente legate al prodotto in sé ma alla sua percezione, come le attività di marketing online e non, di branding strategico e oltre ancora che portano il prodotto ad essere conosciuto da un’utenza sempre più ampia per quello che è.

Il cibo è un bene di primissima necessità per l’individuo umano. La sua qualità, sia in termini di sanità e purezza dei prodotti che in termini di qualità gustativa, ha la capacità di influire direttamente sul suo benessere. Un rapporto malsano col cibo infatti, così come la possibilità di accedervi, può portare a problemi di salute a diversi livelli di intensità. Ne sono esempi problematiche importanti a livello globale come obesità o malnutrizione.

Lo stato attuale dell’industria alimentare

I paesi della comunità europea hanno visto cambiare radicalmente le proprie abitudini gastronomiche nel corso dell’ultimo secolo, variando di molto ad esempio il quantitativo di carne consumato (che è calato di circa il 50%).

Per far fronte all’evoluzione della domanda, e per incalzarla allo stesso tempo con l’obiettivo di aumentare i profitti, abbiamo dovuto rivoluzionare e rimodernare la filiera produttiva, inventare nuovi modelli di coltivazione e allevamento, evolvere le tecnologie utilizzate, per non solo garantire una mole produttiva più importante, ma anche rientrare in standard di sicurezza e igiene sempre più rigidi e attenti.

Monocolture, irrigazione, miglioramento dei macchinari utilizzati, utilizzo di pesticidi e agenti chimici sempre più efficienti e filtraggio degli elementi utilizzati tramite filtri sinterizzati in acciaio inox come quelli di produzione Copor, sono solo alcuni degli esempi delle migliorie tecnologiche necessarie per sostenere un mercato sempre più esigente.

I risultati dell’ottimizzazione della filiera alimentare è stato in soldoni quello di riuscire a produrre più cibo in meno tempo, utilizzando meno risorse e meno spazio e in maniera più sicura. Ma qualcuno dovrà pur pagare.

L’impatto di un’agricoltura non ecosostenibile

E chi se non l’ambiente? L’impatto ambientale di questa gigantesca ed efficientissima macchina produttiva non è poco. Aumentano infatti le emissioni di CO2, consumo di acqua potabile alle stelle con conseguente riduzione o scomparsa totale di fiumi, laghi, esaurimento di falde acquifere, riduzione di quella biodiversità originaria così preziosa per il nostro ricco ecosistema.

Verso l’ecosostenibilità

Si fa quindi evidente la necessità di dover trovare una soluzione. un compromesso, un nuovo metodo in grado contemporaneamente di soddisfare la richiesta sempre più grande di un consumatore viziato e spesso ignaro del costo non economico dell’alimento a basso prezzo che sta acquistando, e allo stesso tempo di ridurre al minimo l’impatto ambientale, rispettando quanto più possibile le risorse effettivamente a disposizione.

Ipotizzando a monte una sensibilizzazione generale per le tematiche ambientali, la priorità sembrerebbe essere quella di strutturare e praticare un’agricoltura più sostenibile ed ecologica. Ridurre al minimo l’utilizzo di pesticidi o fertilizzanti di natura chimica assecondando invece i naturali processi ecologici utilizzando prodotti naturali e a impatto zero.

Necessaria è poi porre un limite alla mole di produzione, limitando lo spreco.

Il settore deve essere parimenti migliorato non esclusivamente nella fase produttiva, ma anche nella ltre diverse sue fasi a cui si accennava nell’introduzione.

Alla base di una rivoluzione di questo tipo dovrà però sempre esserci un cambiamento nella domanda. Un consumatore informato riguardo l’impatto ambientale e sociale di un’agrcoltura sconsiderata e irrispettosa, sarà lieto sua sponte di acquistare prodotti chh per contro garantiscono sulla loro ecologicità, sulla loro provenienza, sulla bontà del processo di produzione in generale. Un consumatore attento a tematiche ambientali importanti, prediligerà allo stesso tempo prodotti più “green”.

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