Tra le malattie sessualmente trasmissibili, una tra le più insidiose è senza dubbio la gonorrea, nota anche con l’altro nome scientifico di blenorragia ed invece popolarmente definita “scolo”.
È causata di un batterio, la Neisseria Gonhorreae, che trova le condizioni ideali per la sua proliferazione in ambienti umidi quali le mucose delle vie uretrali, sia maschili che femminili. L’infezione si manifesta generalmente entro 2-8 giorni dal contagio, che può avvenire anche attraverso rapporti orali o anali non protetti, ma la sintomatologia presenta sostanziali differenze tra l’uomo e la donna.
Sintomi della gonorrea
Nella donna in oltre la metà dei casi la contrazione di questo batterio risulta asintomatica; possono tuttavia manifestarsi rossore, prurito, bruciore e persino gonfiore delle vie genitali, in associazione a perdite vaginali anomale.
Per l’uomo invece al prurito ed al bruciore si aggiungono le difficoltà nella minzione ma soprattutto la comparsa di abbondanti perdite spesso anche purulente.
Proprio da quest’ultimo sintomo la malattia deriva il suo nome, in quanto si tratta della sua manifestazione più evidente, tuttavia possono insorgere sintomi che si diffondono anche a retto, faringe, articolazioni e persino miocardio.
L’incidenza sulla popolazione mondiale nell’ambito delle malattie sessualmente trasmissibili vede la gonorrea tra le più diffuse, seconda solo alla clamidia.
Pericoli legati alla gonorrea
Se trascurata o non trattata, la gonorrea comporta seri rischi per la salute: nel caso dell’uomo sono frequenti la prostatite o la cistite e persino l’epididimite, a causa della diffusione del batterio, il che può condurre nei casi più gravi alla sterilità; per la donna i pericoli sono ancora più elevati proprio a causa dell’assenza di sintomi, con il batterio che lasciato libero di circolare può risalire fino alle ovaie.
Inoltre è possibile la trasmissione al feto durante il parto, ed in questi casi gli occhi del neonato possono manifestare congiuntivite fino a perdere, nei casi più gravi, l’uso della vista.
Parliamo quindi di una malattia non priva di complicazioni anche serie, che non può e non deve essere né sottovalutata né trascurata: è di certo fondamentale un’accurata prevenzione, evitando partner e rapporti occasionali o comunque utilizzando in tali casi sempre il preservativo.
Altrettanto decisivo si rivela mantenere un elevato livello di allerta al comparire di uno qualsiasi dei sintomi sopra elencati.
Come curare la gonorrea
Qualora venisse contratta, la malattia deve essere diagnosticata da un medico specialista tramite esame visivo ed esami di campioni prelevati tramite tampone da analizzare con test di laboratorio.
Alla diagnosi segue una terapia di tipo antibiotico, come ovvio in presenza di un batterio, anche se nel corso degli anni quello responsabile della gonorrea ha sviluppato una specifica resistenza ai tradizionali chinolonici o alle cefalosporine, con queste ultime che vengono però raccomandate in special modo dall’OMS sotto la forma della loro terza generazione, che sembra risultare più efficace.
Determinante è in questi casi però attenersi strettamente alla prescrizione medica quanto a dosaggi e durata del trattamento; a scopo preventivo, è inoltre opportuno che anche il partner si sottoponga allo stesso trattamento, evitando contatti sessuali fino alla scomparsa dei sintomi.
La subdola sintomatologia della gonorrea ci è stata indicata durante un colloquio con uno specialista, il Dottor Aldo Maffucci, quale il vero principale pericolo.
Il dottore, che esercita la professione di andrologo ed urologo a Napoli, ha tenuto a sottolineare l’importanza delle strategie preventive collegate anche a periodiche visite di controllo: un’abitudine che le donne mostrano di coltivare in maniera molto più assidua con l’omologo specialista, il ginecologo, ma che negli uomini fatica a radicarsi.
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