È buona regola, quando ci si trova in prossimità di un incrocio, rispettare i segnali del semaforo, anche perché un’eventuale violazione comporterebbe delle conseguenze piuttosto pesanti per il trasgressore, fino al ritiro della patente. Oramai siamo abituati a conoscere i colori del semaforo, ma vi siete chiesti mai perché si utilizzano il rosso, giallo e verde? Adesso cercheremo di dare una risposta più che razionale e vi dimostreremo che non è affatto un caso, il fatto che si siano scelti questi tre colori.
I motivi di una scelta convenzionale
Chi ha deciso di utilizzare questi tre colori per il semaforo stradale, non ha fatto altro che ispirarsi ai colori che già venivano utilizzati in altri ambiti, come quello dei trasporti per via mare e su linea ferrata. Per i macchinisti che guidano i treni, il rosso è un colore indicativo allo scopo, il verde dà il via libera, il giallo invece indica che bisogna prestare attenzione.
Infatti non è un caso se il semaforo venne usato per la prima volta nel 1868 a Londra proprio per effettuare delle segnalazioni nelle ferrovie. Sembra che ad idearlo sia stato un certo J. Knight, il quale aveva costruito una sorta di lanterna a gas all’interno della quale venivano fatti alternare i colori verde e rosso.
Gli stessi tre colori vengono presi in considerazione per la circolazione per via mare. Convenzionalmente il rosso è il colore che sta ad indicare la presenza di un pericolo e chiama all’attenzione. Il verde, invece, è un colore meno acceso e più rilassante, coincidente con la natura, per questo motivo viene associato al via libera.
La sequenza con cui appaiono i colori del semaforo, a dire il vero, non è universale. Per esempio nel nostro paese l’arancione appare dopo il verde ed è un avviso che sta ad indicare la comparsa imminente del rosso. All’estero, invece, l’arancione o giallo appare insieme al rosso per avvisare gli utenti che sta per arrivare il verde. Se siete dei curiosi e desiderate dare delle risposte alle vostre domande di qualunque genere, vi consigliamo di fare una visita al sito Interrogati.
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