La parola fobia deriva dal greco φόβος, phóbos, “panico, paura”. Indica quindi una paura dal carattere irrazionale che può causare anche delle gravi limitazioni della vita delle persone che ne soffrono.
Esistono decine e decine di fobie che sono state classificate dalla scienza, una delle più note e diffuse è l’aracnofobia. L’aracnofobia, detta anche aracnefobia, consiste nella paura dei ragni.
L’aracnofobia può manifestarsi a diversi stadi: dalla semplice repulsione verso queste creature – che sembra essere condivisa da milioni di persone nel mondo – fino ad essere una vera e propria ossessione che fuoriesce dalla possibilità di controllo dell’individuo, dando origine a veri e propri attacchi di panico.
In generale, si sa che nella popolazione mondiale il terrore dei ragni è estremamente diffuso. La vera e propria aracnofobia cela un disturbo psicologico che, come ogni fobia, prevede una paura irrazionale e angosciante.
I sintomi della aracnofobia consistono in una reazione spropositata alla vista non solo dei ragni, ma anche di qualcosa che vi assomiglia. Il terrore non scaturisce solamente alla visione diretta dell’animale ma anche solamente guardando, ad esempio, una fotografia.
Il panico che si crea dalla visione anche fotografica di questo animale può essere incontrollabile.
L’aracnofobia si presenta a vari stadi e, quando è a livello massimo, il soggetto che ne soffre se esposto allo stimolo può sperimentare dei sintomi come la sudorazione, il respiro affannoso, nausea, aumento della frequenza del cuore.
Alcune persone che soffrono di aracnofobia provano un’ansia talmente forte da non riuscire ad entrare nella stanza se solamente pensano che ci possa essere un ragno.
Talora fra i sintomi vi può essere anche quello di percepire fisicamente il ragno inesistente, come se corresse sulla pelle.
Dalla fobia si può guarire seguendo delle apposite tecniche psicologiche che permettono di ristabilire una connessione razionale e di controllare la reazione alla vista dei ragni. Le terapie psicologiche possono consistere nella graduale esposizione e contatto ravvicinato del soggetto con il ragno, prima sul piano psicologico e poi anche nella realtà.
La terapia deve anche scoprire quale sia la ragione della fobia, andando alla ricerca di vissuti o di significati simbolici.
Secondo diversi esperti, questa fobia affonderebbe le sue radici in una fase iniziale della vita, quindi nell’infanzia: le paure dei bambini sono sempre ingigantite ed enfatizzate rispetto alla realtà e il bambino si sente sopraffatto dal terrore e dall’incapacità di gestire la paura, si genera quindi un senso di angoscia.
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